Il libro di Antonio Rossello: "Profumi: l'impronta evanescente"

Il nuovo libro del Consigliere Antonio Rossello, con la prefazione del Presidente Andrea N. Autelitano e la postfazione del Segretario Organizzativo Franco Faggiano.

 

Riflessioni dell'autore 

Nel fluire del mio cammino esistenziale, sono stato attraversato da un concetto che si è imposto con forza silenziosa: l’impronta evanescente. Un’ossimorica sintesi tra presenza e dissoluzione, segno e assenza, che ha trovato la sua figurazione sensibile nella pelle. In particolare, nel modo in cui il profumo, pur non lasciando tracce visive, incide profondamente sulla percezione identitaria e sull’interazione sociale.

A differenza del tatuaggio, impronta indelebile che reclama eternità, il profumo si manifesta come segno temporaneo, effimero, mutevole — eppure pervasivo, capace di generare memoria, riconoscimento, desiderio o repulsione. Tra questi due estremi, ho individuato altri segni corporei intermedi: l’abbigliamento e i gioielli, visibili ma non permanenti, parzialmente reversibili e culturalmente codificati.

Questa osservazione mi ha condotto a un’indagine più ampia: come si configurano, sul piano socio-psicologico, le modalità con cui l’individuo si relaziona ai segni che imprime (o riceve) sul proprio corpo? Che differenza vi è tra una scelta definitiva, come il tatuaggio, e una scelta fluttuante, iterabile, come quella di una fragranza o di un capo d’abbigliamento?

Nel tentativo di decifrare tali dinamiche, ho incrociato semiotica, psicologia sociale e sociologia dell’identità. Il corpo, in questa prospettiva, diventa un testo performativo su cui si inscrivono — talora in modo reversibile, talora permanente — forme di appartenenza, espressione, desiderio di riconoscimento o di differenziazione. Il profumo, in particolare, rappresenta una soglia sensoriale tra l’io e l’altro, un “non-luogo” dell’identità che si rende percepibile solo nell’incontro, eppure rimane fedele alla sua natura invisibile, come un’essenza dell’essere che non si fa pienamente oggetto.

Il mio lato pragmatico, tuttavia, ha voluto spingere oltre questa riflessione, cercando una traduzione operativa di queste intuizioni. L’occasione si è presentata esplorando il mondo della vendita dei profumi, dove ho intravisto la possibilità di colmare il divario tra pensiero e prassi. Ho ipotizzato un sistema che, partendo da classificazioni psicografiche, associasse i principali modelli olfattivi a tipi sociali o profili comportamentali riconoscibili, secondo logiche euristiche che facilitassero il processo decisionale del consumatore.

Da qui è nata l’idea di sviluppare strumenti operativi — tabelle, schemi, matrici associative — che potessero favorire una sinergia tra marketing sensoriale e costruzione identitaria, valorizzando la dimensione simbolica della fragranza come gesto espressivo ma anche come segno culturale.

Postilla filosofico-sociologica:

Nel contesto postmoderno, segnato dalla crisi della stabilità identitaria e dall’emergere del sé come progetto fluido, il profumo acquista una valenza paradigmatica. Esso è metafora dell’identità liquida (Bauman), sintomo del desiderio di affermarsi senza vincolarsi, traccia di un sé che vuole essere ricordato ma non posseduto.

Scegliere una fragranza è dunque, oggi, un atto estetico, etico ed economico: estetico perché risponde a una ricerca di armonia sensibile; etico perché rappresenta una forma di comunicazione sociale; economico perché avviene all’interno di un mercato saturo, competitivo, regolato da logiche persuasive.

In questo scenario, l’impronta evanescente non è una fuga dall’essere, ma una nuova forma di essere nel tempo, in cui il sé si sperimenta nella sua transitorietà fragrante.

Antonio Rossello | Sociologo

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